5 domande ai leader del centrosinistra
Fare politica vuol dire, prima di tutto, scegliere da che parte stare. Bucci ha scelto di stare dalla parte di chi ha e di chi non vuole perdere privilegi acquisiti.
Noi stiamo dalla parte di chi non ha, di chi è stato lasciato indietro, a partire da giovani anziani.
Lottiamo contro le disuguaglianze per dare a tutte e tutti l'opportunità di realizzarsi appieno, indipendentemente da quello che la lotteria del destino gli ha riservato.
per schierarsi contro le disuguaglianze
Alle prossime elezioni, tra pochi mesi, dovremmo scegliere da che parte stare. Dopo anni di lotte abbiamo finalmente l’occasione per mandare a casa Bucci e fermare le sue politiche.
Per riuscirci, però, abbiamo bisogno che i leader del centrosinistra dimostrino coraggio e determinazione e si schierino con chiarezza su poche priorità chiare.
Clicca sui nomi e scopri come si sono schierati.
Hanno risposto

Ariel Dello Strologo
Candidato sindaco
Le risposte di Ariel Dello Strologo
Sei d'accordo che la lotta alle diseguaglianze debba essere la priorità della coalizione all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati?
Sono assolutamente d’accordo. La lotta alle diseguaglianze non deve essere solamente la priorità ma l’obiettivo a cui devono mirare tutte le scelte della azione amministrativa.
La società in cui viviamo e la nostra stessa città sono attraversate da una grave crisi sociale caratterizzata da profonde sperequazioni sociali, economiche e culturali.
La stessa possibilità di accedere a servizi primari (sanità, istruzione, giustizia ad esempio) è ormai diversa a seconda delle condizioni economiche. sociali e culturali della popolazione.
Le scelte dell’amministrazione devono quindi essere indirizzate verso politiche di redistribuzione della ricchezza che siano capaci di offrire a tutti gli abitanti della città, dovunque essi vivano, la possibilità di una vita realizzata nel presente e la capacità di progettare il proprio futuro.
La mancanza di equilibrio tra le diverse componenti della città, la soddisfazione delle aspettative di una parte soltanto di esse, a discapito di quelle più deboli, fragili e a rischio di essere oggetto di processi di esclusione, alla lunga porta l’intera città verso un inevitabile declino.
È quindi evidente che l’azione principale dovrà essere diretta verso le periferie, trascurate dall’attuale amministrazione, che hanno sofferto processi gravi di esclusione ed emarginazione conseguenti alla crisi economica prima ed alla crisi sanitaria poi.
L’esperienza vissuta durante la pandemia dalle famiglie genovesi ha messo in luce le radicali differenze nella possibilità di convivere con le molte limitazioni imposte, e ci ha permesso di toccare con mano come anche con riferimento alle primarie esigenze di vita, le diseguaglianze siano emerse in tutta la gravità.
La realizzazione di condizioni di vita migliore per tutti può anche diventare una carta da giocare nella necessaria lotta al declino demografico, altra priorità della nostra città.
L’eliminazione dei tanti ostacoli (disoccupazione, lavoro precario, salari bassi, costi e tempi di accesso alla sanità, disponibilità degli asili nido) che oggi impediscono la realizzazione di un serio progetto di vita, individuale e famigliare, può diventare lo strumento migliore per favorire il consolidamento delle famiglie genovesi e l’incentivo per l’arrivo nella nostra città di nuove famiglie.
Sei favorevole a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci?
Sono favorevole ad investire sulla prevenzione molto più che sulle azioni di repressione e l’istruzione è per me la forma di prevenzione per eccellenza.
Una società nella quale le istituzioni siano chiamate ad intervenire sempre per combattere le diverse situazioni di disagio, che sia sociale, sanitario o economico, è una società malata che non ha posto le basi in chiave preventiva perché tali diseconomie non si verificassero.
L’utilizzo delle pubbliche risorse per azioni di prevenzione, sociale e culturale, a partire soprattutto dall’istruzione costituisce innanzitutto un intervento per combattere le diseguaglianze.
L’obiettivo deve infatti essere quello di aiutare le persone ad essere preparate ad affrontare la vita, con un maggior grado di consapevolezza e dotate degli strumenti per costruire un progetto di vita per sé e per gli altri.
A tutte le famiglie e a tutti i bambini e ragazzi deve essere favorito al massimo l’accesso alla scuola (a partire dagli asili nido fino all'università, combattendo la gravissima piaga dell'abbandono scolastico) con politiche di investimento diretto ma anche con azioni di creazione di condizioni migliori per la vita intorno alla scuola.
Penso a luoghi dove sia possibile studiare fuori dall'orario curricolare, luoghi pubblici dotati di tutte le caratteristiche necessarie, dalla connettività alle strutture fisiche per lo studio. Ma anche spazi di socialità, ricreazione e sport che possano trasformare l’esperienza collettiva della scuola in aggregazione sociale positiva e formazione dell'individuo.
Come ho detto sopra, impostare la convivenza sociale sulla repressione e sulla paura non contribuisce a creare una società sana e fiduciosa in sé stessa ma produce tensione ed ostilità.
La gestione della criminalità non può ridursi solo all’intervento repressivo, peraltro in certi casi necessario, deve essere affrontata anticipando l’emersione dei fenomeni con un’attenta opera di costruzione di processi sociali capaci di generare inclusione ed accoglienza e non spingere i soggetti più fragili nel giro della criminalità, grande e piccola.
Sei favorevole a un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione?
Come ho già scritto sopra, l’aggregazione sociale rappresenta uno dei momenti di massima espressione della vita comunitaria, e la individuazione delle migliori condizioni per i cittadini delle diverse età, dai giovani agli anziani, di luoghi, strutture e facilitazioni per favorire l’incontro e la possibilità di fare esperienze in comune, rappresenta anche una fondamentale risposta al disagio individuale e sociale.
La nostra città conosce già esperienze importanti di aggregazione sociale di derivazione spontanea, che sono state capaci di portare effetti benefici all’intero tessuto sociale e hanno costituito una positiva risposta al disagio individuale ed esistenziale di molti, tra i giovani e gli anziani della città.
La progressiva perdita della identità di città industriale, che ha portato all’abbandono di grandi strutture ma anche all’incremento di immobili sfitti e disabitati, può rappresentare una grande occasione per la individuazione di nuove opportunità per la creazione di loghi di spiccata socialità, favorirne la realizzazione nel rispetto dell’ambiente ed in armonia con la realtà circostante, e, particolare assolutamente importante, curarne e garantirne la manutenzione affinché l’utilizzazione di questi luoghi da parte della cittadinanza possa avvenire nella migliore condizione possibile nel tempo.
Abbiamo purtroppo abbondanza di strutture messe a disposizione della popolazione ma poi lasciate nell’incuria prive di periodica manutenzione.
Sei favorevole a sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale?
Sono d’accordo. Ovviamente è molto importante che l’auspicio di un intervento a sostegno dei giovani non sia una mera petizione di principio, ma possa anche realizzarsi in concreto con azioni di sostegno diretto ma anche con interventi collaterali diretti ad eliminare i tanti costi della vita “da adulti” rappresentati dall’accesso a numerosi servizi pubblici e privati.
Il sostegno deve tradursi in una reale opportunità di emancipazione e crescita formativa, favorendo la formazione di giovani adulti, consapevoli e capaci di trovare nella nostra città il proprio percorso di realizzazione senza dover emigrare per trovarlo altrove, in città più accoglienti e disponibili.
L’accoglienza della nostra città deve essere prima ancora che rivolta ai turisti, indirizzata ai nostri concittadini.
Depositi costieri
Condivido la linea del Piano Urbanistico Comunale che prevede il trasferimento dei depositi costieri dalla zona urbana di Multedo all’area portuale.
Nel merito dell’ubicazione portuale, occorre individuare un’area che garantisca il corretto equilibrio tra sviluppo industriale, tutela della sicurezza e non interferenza con le altre attività portuali.
Da anni questa area non riesce ad essere individuata. E non individuarla ancora sarebbe un fallimento, perché una delle peculiarità del porto di Genova è quella della varietà delle funzioni e del trattamento di ogni merce, compresi i prodotti chimici che facendo uso delle migliori tecnologie a disposizione possono essere compatibili con la sicurezza e con l’ambiente.
Nell’individuazione dell’ipotesi di Ponte Somalia è mancato il coinvolgimento del territorio da parte del Sindaco-Commissario, come anche l’esaurimento dei necessari approfondimenti tecnici tuttora in corso.
Per trovare la soluzione ottimale occorre che siano percorsi i seguenti passi: l’analisi tecnica delle fattibilità, il confronto con il territorio e quindi la decisione, che deve spettare ai soggetti competenti.
Per quanto riguarda gli aspetti formali, comunico che ieri ho provveduto ieri a rassegnare le dimissioni dal Consiglio di Amministrazione di Superba.

Ferruccio Sansa
Lista Sansa
Le risposte di Ferruccio Sansa
Sei d'accordo che la lotta alle diseguaglianze debba essere la priorità della coalizione all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati?
La lotta alle diseguaglianze in fondo raccoglie in sé ogni ambito dell'azione politica e amministrativa: il lavoro, l'economia, la sanità, l'istruzione, la cultura, l'ambiente e anche la sicurezza che sta tanto a cuore alla destra. Credo che per un'azione efficace si dovrebbe agire a tutti i livelli, da quello globale fino alla realtà locale genovese, fino al quartiere. Ancor di più dopo questi due anni di pandemia che hanno acuito le diseguaglianze, ampliando ulteriormente la forbice tra i ricchi (sempre più ricchi) e le fasce povere (sempre più povere). Il sindaco Bucci in questi cinque anni ha dimostrato che le sue priorità sono affidare, svendere il patrimonio pubblico ai privati, farsi dettare dagli stessi privati la “visione” di città (a loro interesse) e curare i “salotti buoni” più che l'interesse di tutti i cittadini. Ecco di nuovo la città dei pochi che prevale su quella di tutti. La proposta alternativa al centrodestra secondo me dovrà partire da chi ha sofferto di più in questi anni, dalle periferie, dal Ponente dimenticato dal “modello Genova”, da un'idea di città che traguardi ai prossimi 50 anni coinvolgendo tutti e aiutando chi è in difficoltà. Perché oggi ci si salva tutti insieme o non si salva nessuno. La lotta alle disuguaglianze è interesse di tutti.
Sei favorevole a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci?
Una vera proposta progressista deve saper dimostrare che questa è una falsa alternativa. Ancora prima bisognerebbe capire qual è il concetto di “sicurezza” su cui ha investito Bucci in questi cinque anni. Se parliamo di ronde della Polizia municipale poco efficaci in centro storico e di multe a raffica agli automobilisti (una specie di tassa occulta imposta dal Sindaco), allora sì, sono completamente d'accordo sul dirottare queste risorse dalla “sicurezza” all'istruzione. Tra l'altro le risorse stanziate sull'istruzione, sull'inclusione e sull'integrazione sono anche un investimento per migliorare la sicurezza della nostra città (insieme all'attività delle forze dell'ordine e della Magistratura). Investire sull'istruzione per una città come Genova vuol dire anche dare occasioni ai giovani per ridurre le diseguaglianze e per rimettere in moto quell'ascensore sociale ormai fermo da troppo tempo. Un recupero della rete dei servizi sociali contribuisce alla sicurezza molto più che decine di uomini armati che girano per le strade della città.
Sei favorevole a un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione?
Genova prima di tutto deve chiarire che città vuole diventare nei prossimi 50 anni. Dopo la fase post-industriale e i primi anni da città “turistica”, da qualche anno stiamo vivendo una crisi d'identità. Tracciata una direzione, gli spazi abbandonati dall'industria (e non solo) vanno recuperati ascoltando le esigenze dei territori. Anche il progetto più avveniristico e innovativo, se calato d'alto, può essere poco funzionale alle esigenze dei cittadini. Quindi dico: definiamo un'identità della città per i prossimi 50 anni, mappiamo gli spazi abbandonati e ascoltiamo le esigenze dei cittadini. Dobbiamo marcare una netta cesura con l'attuale amministrazione che regala spazi ai privati per costruire supermercati e residenze di lusso (?).
Oggi abbiamo un'occasione unica nella storia: lavoro e sviluppo economico non sono alternativi alla tutela dell'ambiente. Anzi, sono sfide che devono procedere insieme. In Italia, e anche in Europa, esistono ancora poche regioni che abbiano scelto una vocazione legata allo sviluppo di un'economia green. Siamo in tempo, oggi, subito, per essere tra i primi. Ma bisogna compiere una scelta decisa coinvolgendo il mondo dell'università e dell'impresa, le forze sociali, la scuola. Per Genova, città ancora ricca di risorse umane e di saperi, è importante mantenere un tessuto produttivo vitale.
Sei favorevole a sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale?
Senza giovani semplicemente Genova non esisterà più. Credo che da troppi anni la nostra città si sia dimenticata delle nuove generazioni. Dobbiamo assolutamente ripartire da loro, e una misura come l'eredità per l'autonomia pu
Sei favorevole a selezionare la candidata o il candidato della coalizione tramite le primarie piuttosto che tramite consultazioni riservate?
Ogni forma di partecipazione dei cittadini alla politica, alla vita dei partiti e alla selezione della classe dirigente è positiva. A meno che i partiti non le usino perché non sanno scegliere. Ma oggi a Genova non abbiamo più il tempo per svolgere le primarie. E soprattutto rischiano di non esserci le condizioni socio sanitarie per farlo. Quindi le forze politiche devono prendersi la responsabilità di scegliere un candidato. Questo chiedono i cittadini a chi li rappresenta: prendetevi una responsabilità. Dimostrate che sapete scegliere nell'interesse della città e non nel vostro.

Roberta Burroni
Possibile
Le risposte di Roberta Burroni
Sei d'accordo che la lotta alle diseguaglianze debba essere la priorità della coalizione all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati?
SI. LE DISUGUAGLIANZE GIA' EVIDENTI NELLA NOSTRA CITTA' SI SONO ULTERIORMENTE ACCRESCIUTE IN LINEA CON UNA TENDENZA NAZIONALE E, DIREI, GLOBALE, SENZA CHE QUESTA AMMINISTRAZIONE ABBIA AVVIATO AZIONI SERIE E INCISIVE DI CONTRASTO A QUESTA DERIVA, ANZI.
Sei favorevole a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci?
SI. LA SCUOLA E L'ISTRUZIONE SONO GRIMALDELLI FONDAMENTALI PER INVERTIRE LA DERIVA DELLE DISUGUAGLIANZE CHE DALLA NASCITA (LA FAMIGLIA E L'AMBIENTE IN CUI NASCI E CRESCI SEGNANO GLI SVILUPPI FUTURI DELLE PERSONE SE NON SI INTERVIENE IN PRIMIS PROPRIO DALLA SCUOLA A RIEQUILIBRARE LE OPPORTUNITA') RISCHIA DI SEGNARE IL DESTINO DELLE PERSONE. DALLA SCUOLA E SOPRATTUTTO DALL'ISTRUZIONE DIFFUSA E APERTA A TUTTE LE FASCE D'ETA' PUO' E DEVE RIPRENDERE A FUNZIONARE L'ASCENSORE SOCIALE.
Sei favorevole a un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione?
SI. SENZA INSERIRE ULTERIORI SUPERMERCATI E LOGISTICA MAGARI CHE SONO DIVENTATI ORMAI IL MOTORE TRAINANTE DI TUTTE LE OPERAZIONI DI QUESTA AMMINISTRAZIONE.
Sei favorevole a sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale?
SI. SONO FAVOREVOLE A QUESTA MISURA PER I GIOVANI, MA SONO ANCHE CONCORDE CON CHI NELL'ULTIMO INCONTRO HA INDICATO COME CATEGORIA CRITICA ANCHE QUELLI CHE HANNO PERSO O PERDONO IL LAVORO E SENZA AMMORTIZZATORI E PROTEZIONI SOCIALI DI NESSUN TIPO. IN GENERALE CREDO CHE IL TEMA DELLA SCUOLA E DELL'ISTRUZIONE DEBBA ESSERE TENUTO INSIEME A QUELLO DEL LAVORO E DELLA FORMAZIONE. CREDO CHE PUR NELLA NECESSARIA E SINTETICA FOCALIZZAZIONE SU TEMI CHE CI IDENTIFICHINO COME COALIZIONE, DEBBA EMERGERE L'IDEA CHE LOTTIAMO PER UNA SOCIETA' NELLA QUALE VALGA LA PENA DI TROVARE UN PROPRIO "POSTO", E IN CUI TUTTI E TUTTE POSSANO TROVARLO E PARTECIPARE A CREARLO.
Sei favorevole a selezionare la candidata o il candidato della coalizione tramite le primarie piuttosto che tramite consultazioni riservate?
NO. SINCERAMENTE CREDO CHE QUESTA NON SIA, ANCHE PER TEMPISTICHE, LA SCELTA MIGLIORE DA FARE NE' LA PIU' DEMOCRATICA, IN QUANTO RITENGO FAVORIREBBE INEVITABILMENTE CANDIDATURE DI PARTE O DI PARTITO. IL CHE NON SIGNIFICA CHE NON POSSANO ANDARE BENE ANCHE PERSONE CON DELLE APPARTENENZE, MA SAREBBE IMPORTANTE CHE LA SCELTA VENISSE CONDIVISA SU NOMI CHE POSSONO ESSERE ANCHE PORTATI AD EMERGERE IN TRASPARENZA DAI TAVOLI DI CONSULTAZIONE. NON AUTOCANDIDATURE. COMUNQUE, SE ANCHE DOVESSE PREVALERE L'IPOTESI DELLE PRIMARIE, LE STESSE DOVREBBERO ESSERE FATTE SU NOMI DI PERSONALITA' CONDIVISE AI TAVOLI DELLA COALIZIONE, PER EVITARE FRATTURE SUCCESSIVE.

Simone D'Angelo
Partito Democratico
Le risposte di Simone D'Angelo
Sei d'accordo che la lotta alle diseguaglianze debba essere la priorità della coalizione all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati?
Sì. Riteniamo che l’acuirsi delle disuguaglianze sia il problema fondamentale del nostro tempo. Genova rappresenta uno scenario emblematico: nella nostra città le disuguaglianze sociali, generazionali, ambientali e di genere sono in continuo aumento. Dinanzi ad un’amministrazione di destra che ha scelto di rappresentare i privilegi di pochi, il Partito Democratico ha scelto da che parte stare con una discussione congressuale incentrata proprio sul tema della rappresentanza di chi, in questa città, è escluso ed emarginato. Crediamo che la lotta alle disuguaglianze, oltre ad essere una priorità per sanare il tessuto sociale della nostra città, sia anche la chiave necessaria per immaginare qualunque possibile sviluppo di Genova. Siamo convinti che, laddove permangano forti disuguaglianze sociali, non possa esserci vera crescita né futuro, se non per pochi privilegiati. Crediamo, pertanto, che la lotta alle disuguaglianze non debba essere solo fatta in chiave emergenziale per il presente, ma piuttosto essere adottata come pietra angolare per la progettazione politica dei decenni a venire.
Sei favorevole a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci?
Sì. I fondi destinati alla sicurezza dall’amministrazione Bucci sono figli di una visione circense della sicurezza, che nutre la percezione della stessa senza agire sui fattori che rendono effettivamente più sicura una città. Una visione tutta di destra che non si pone domande sociali sulla devianza, che alle forze di intelligence preferisce le forze repressive perché visibili, che concentra le sue attività nel centro della città perché non ha cura delle zone periferiche. Misure, quelle messe in campo da questa amministrazione, totalmente inefficaci, come dimostrato dai report sul crimine in città. Proprio perché prendiamo sul serio la richiesta di sicurezza dei nostri concittadini, crediamo sia necessario investire in formazione, progetti di inclusione sociale e prevenzione della marginalità, in opportunità di crescita individuale e sviluppo di comunità urbane. Sappiamo, infatti, che laddove le disuguaglianze prosperano e mancano opportunità non ci sarà mai sicurezza. Chi pensa di risolvere la questione militarizzando il centro della nostra citta, agisce sul sintomo e non sul problema, prendendoci in giro. Al contrario, investire in formazione e opportunità è un passo concreto verso una città, non solo più giusta, ma anche più sicura
Sei favorevole a un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione?
Sì. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituisce la più grande occasione per ridisegnare Genova, città in costante compressione demografica e la cui urbanizzazione corrisponde ancora a quella della demografia degli anni Ottanta. Con trentamila appartamenti sfitti (diecimila nel solo centro storico, di cui due terzi in pessime condizioni) la soluzione è recuperare il dismesso. In questi anni, invece, l’amministrazione Bucci, fedele ad un modello politico che si occupa di tutelare i privilegi di pochi ignorando le esigenze dei molti invece ha svenduto il patrimonio immobiliare del Comune ai privati (si vedano, ad esempio, la questione del Mercato del Pesce o l’assurda concessione di 99 anni della Rotonda di Carignano). Così facendo ha rinunciato a spazi e risorse che avrebbero potuto essere destinati ai giovani, ad esempio, nella forma di residenze universitarie o diventare opportunità di socialità nei quartieri in cui queste sono più carenti. Occorre ridisegnare Genova, in linea con la quasi totalità delle grandi città europee, nella direzione di una città veramente policentrica; una città dei 15 minuti in cui gli spazi abbandonati dall’industria vengano riconvertiti attraverso la leva del pubblico e non alienati ai privati; nel rispetto dell’ambiente, evitando la sola logica del profitto e della speculazione. La città dei 15 minuti che immaginiamo prevede servizi di prossimità in ogni Municipio, spazi pubblici di socialità e un vero investimento su attività culturali diffuse.
Sei favorevole a sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale?
Sì. Genova è tra le prime città italiane per disuguaglianze tra generazioni: non stupisce, dunque, che subisca una vera e propria emorragia di giovani. Lo strumento dell’eredità per l’autonomia agisce alla radice della disuguaglianza aiutando ragazze e ragazzi della nostra città ad intraprendere un percorso di indipendenza dalla famiglia, oggi sempre più difficile da cominciare. Le opportunità di lavoro sono poche, il percorso per cominciare una carriera è una corsa ad ostacoli fatta di tirocini e stage non pagati; la mancanza di sostegno (economico, sociale e psicologico) rende il percorso post-diploma un periodo estremamente difficile, nel quale molti giovani si perdono. Siamo convinti che l’eredità per l’autonomia dei giovani, insieme ad un progetto più ampio di investimenti sociali tarato sui giovani, possa essere un ottimo strumento per iniziare a disegnare un futuro per i ragazzi e le ragazze di questa città.
Sei favorevole a selezionare la candidata o il candidato della coalizione tramite le primarie piuttosto che tramite consultazioni riservate?
Sì. Le primarie costituiscono un elemento fondativo e statutario del Partito Democratico e siamo fortemente convinti che siano uno strumento utile a conferire legittimazione popolare e rappresentanza politica alla scelta del candidato o della candidata. Nella costruzione di una coalizione, però, le regole sono parte stessa del percorso di condivisione da fare con le altre forze politiche. Una non piena condivisione dello strumento all’interno della coalizione sommata ala particolare situazione sanitaria in cui ci troviamo, ha innegabilmente ridotto la possibilità di dare vita ad un momento di democrazia decidente con un’ampia partecipazione popolare alle primarie, senza la quale tale strumento perderebbe la sua efficacia politica. Riteniamo però che la partecipazione democratica e diretta sia un elemento imprescindibili di un percorso che sappia in primis innovare lo stesso campo progressista, motivo per il quale il Partito Democratico ha promosso l’allargamento del percorso di coalizione anche a soggetti non partitici in modo da estendere la capacità di partecipazione e contaminazione della coalizione stessa.

Cristina Lodi
Partito Democratico
Le risposte di Cristina Lodi
Ho letto la vostra lettera aperta e Vi ringrazio per l’attenzione che portate per la mia persona.
Chiarisco che non mi sono proposta con una autocandidatura a sindaco. Mi sono messa a disposizione del mio partito, dopo che il segretario mi ha personalmente interpellato in proposito, non sottraendomi a tale grande responsabilità, ma rimettendo al partito e alla coalizione la scelta di chi dovrà sconfiggere Marco Bucci e il centro destra. La differenza è sostanziale.
Le vostre domande sono fondamentali e pongono l’attenzione sulla direzione da prendere per fare una proposta di città diversa, e credibile, rispetto a quella promossa dall’attuale sindaco, e necessaria per invertire l’attuale impostazione che non è tesa al benessere della nostra comunità.
Non ho risposto individualmente ai vostri quesiti non per mancanza di riguardo, ma perché il gruppo consigliare del Pd ha ritenuto opportuno esprimere una posizione unitaria del partito, delegando ad esso il compito di risponderVi.
I temi da voi posti sono centrali per l’idea di città che il Centro Sinistra deve proporre ai Genovesi. Mi limito a richiamare la Vostra attenzione sul fatto che in questi anni tutti i gruppi di minoranza in Consiglio si sono impegnati per contrastare l’azione di governo cittadino, il modo che l’attuale maggioranza ha di interpretare la sicurezza e lo sviluppo infrastrutturale, con un’assoluta mancanza di attenzione alle persone, ai più deboli, ai temi dell’istruzione. Una visione dove è completamente assente una seria politica di riqualificazione dei quartieri e di cura delle relazioni tra le persone.
Dare una diversa impostazione a questi temi per la nostra coalizione è doveroso ed è anche premessa indispensabile per battere Bucci liberare Genova e ridare speranza di una sana crescita ai nostri concittadini.
Vi prego di rendere pubblica questa mia, con cordialità e rinnovato spirito di collaborazione.
Cristina Lodi
Consigliere Comune di Genova - Gruppo PD
La risposta è stata inviata il 17 gennaio, quindi nel giorno stesso della pubblicazione della nostra lettera aperta

Armando Sanna
Partito Democratico
Le risposte di Armando Sanna
Sei d'accordo che la lotta alle diseguaglianze debba essere la priorità della coalizione all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati?
Sì. La questione sociale e il tema delle disuguaglianze devono occupare il primo posto della piattaforma programmatica della coalizione di Centrosinistra. Negli ultimi anni il benessere dei cittadini è complessivamente aumentato ma il valore assoluto della disuguaglianza è comunque cresciuto. Si ritiene spesso che il problema sia di natura economica con la conseguente ricerca delle soluzioni solo in quell’ambito, non tenendo conto di tutte le altre connessioni. Dobbiamo porre il nostro sguardo anche sui servizi pubblici offerti, sulla qualità del lavoro e sull’urbanistica per realizzare strutture abitative meno segmentate tra centro e periferia. Ovviamente non possiamo non affrontare il tema dell’istruzione dove le strutture scolastiche non sono solo luoghi di formazione ma anche spazi dove si crea l’interazione e si promuove la cittadinanza democratica. Con tutto questo voglio dire che dobbiamo affrontare il tema della disuguaglianza sotto tutti i punti di vista al fine di individuare soluzioni concrete applicabili al contesto di Genova.
Sei favorevole a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci?
Nì, farei diverso. Come risposto nella domanda precedente, l’istruzione ricopre un ruolo fondamentale nella lotta alle disuguaglianze e all’emarginazione dei ceti più deboli, ne consegue che devono essere investite decisamente più risorse su Genova. L’istruzione si inserisce anche nel concetto di ‘sicurezza sociale’ che deve guardare alla globalità e all’equità degli interventi. Se si cambia l’impostazione e le prospettive delle politiche di welfare, una buona amministrazione deve farsi carico non più solo della funzione di protezione ma anche della prevenzione e della promozione. Se poi vogliamo affrontare il tema della sicurezza intesa come l’incolumità fisica, sono convinto che il degrado e l’illegalità non si combattano soltanto con la videosorveglianza, ma lo si possa fare sopratutto attraverso presidi territoriali e interventi di rigenerazione urbana che restituiscano la fruizione attiva degli spazi ai cittadini.
Sei favorevole a un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione?
Sì. Il recupero di spazi abbandonati ha un’importanza ecologica, ma anche sociale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) dedica più di tre miliardi per la rigenerazione urbana poiché attiva processi innovativi nella vita delle città e dei cittadini. Su Genova si stima che ci siano 500mila metri quadri di aree dismesse e in maggior parte concentrate in Valpolcevera. Basta pensare che le ferroviere sono il maggior “proprietario terriero” della Valle: hanno moltissimi binari, un grande parco e tantissime aree, molte delle quali non più necessarie per la loro attività. Ho già proposto in diversi sedi che parte di queste aree vengano messe a disposizione della vallata per due obiettivi. Il primo è quello di realizzare servizi che possano essere anche di trasporto pubblico. Il secondo è quello di destinare alcune aree libere per realizzare un’importante polo sportivo a Rivarolo che, assieme al parco di Cornigliano, riesca a ridare ossigeno ad una parte della città nella quale si concentrano le principali attività produttive e industriali. Credo che uno sviluppo economico debba coincidere di più con lo sviluppo sostenibile, inteso non soltanto nella sua concezione ambientale ma anche sociale.
Sei favorevole a sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale?
Nì. Sono favorevole a misure che incentivino l’autonomia dei giovani, ma queste non devono essere incondizionate ma piuttosto legate a determinate precondizioni. Tra queste è certamente importante considerare il reddito di provenienza, ma anche di essere impiegato in attività di studio, di formazione professionale oppure di avviamento di una propria attività imprenditoriale. Si può ad esempio pensare ad un reddito start-up per dare la possibilità ai giovani di concentrarsi sullo sviluppo della propria idea. Si può valutare anche un reddito di autonomia legato alla condizione che essi si spostino rispetto al proprio comune di residenza o regione, che gli permetta di fare esperienze nazionali o internazionali. Affrontare la quotidianità quando non si parla bene la lingua del luogo, non si conosce profondamente la città e bisogna anche cavarsela da soli, consolidano competenze trasversali fondamentali per il mondo in cui viviamo ora. Mi immagino un progetto “Torno Subito” in linea con quanto fatto da Regione Lazio, organizzato in due fasi che preveda una fase uno di esperienza all’esterno e una fase due di rientro in Liguria, o in questo caso a Genova, dedicata al reimpiego delle competenze acquisite.
Sei favorevole a selezionare la candidata o il candidato della coalizione tramite le primarie piuttosto che tramite consultazioni riservate?
Sì. Il nostro è un Partito Democratico, lo è nel nome e lo è nei fatti. Le primarie costituiscono un elemento fondativo previsto da statuto, così come sono previsti organi collegiali che ne definiscono l’indirizzo politico e assumono delle scelte. Le primarie sono uno strumento utile a rafforzare la legittimazione di un candidato, ma non essenziale quando si costruisce una coalizione ampia e partecipata. Oltretutto dobbiamo comprendere il momento particolare di emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che non ci consente di svolgere le stesse attività di partecipazione politica che potevamo organizzare prima.

Alessandro Terrile
Partito Democratico
Le risposte di Alessandro Terrile
Condivido parola per parola le risposte inviate da Simone D'Angelo, che ho contribuito a predisporre.

Stefano Giordano
M5S
Le risposte di Stefano Giordano
1) La lotta alle diseguaglianze deve essere la priorità del centrosinistra all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati.
Sottoscrivo in quanto sono 5 anni che combatto questa lotta in aula e fuori
2) Il centrosinistra deve impegnarsi a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci.
Chiesto molte volte il cambio di investimenti da sicurezza a istruzione...una soluzione per generare futuro.
Un fallimento consolidato sulla sicurezza genovese che non si può basare esclusivamente sugli investimenti ma con un confronto continuo con le forze dell'ordine be un relativo protocollo d'intesa.
3) Il centrosinistra deve varare un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione.
Anche questa lotta è parte integrante delle azioni portate in aula. Gli spazi esistono solo per rafforzare i poteri forti, aprire supermercati e cementificare l'impossibile
4) Il centrosinistra deve sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale.
Non sono certo che ci siano gli spazi economici ma è una buona idea. È identico agli sforzi che noi genitori tentiamo di costruire mediante risparmi che a volte risultano impossibili.
Grazie per la richiesta di posizione politica, iniziamo comunque a investire economie rivolte ai giovani per permettere creazione di progetti...altrimenti non ci sarà mai futuro per Genova.
Stefano Giordano

Gianni Crivello
Lista Crivello
Le risposte di Gianni Crivello
Ciao,
ho ricevuto diverse spontanee sollecitazioni da parte di persone che legittimamente mi chiedono di rispondere ad alcune domande chiave, in vista delle prossime comunali. Riaffermando che “fare politica” indubbiamente vuol dire fare delle scelte ma, costruire un progetto di città, non può non passare attraverso un confronto più ampio, all’interno della coalizione, con i territori e con coloro che hanno a cuore le sorti di Genova. Certo i tempi non aiutano ma il metodo può essere solo questo, ovviamente con il pieno coinvolgimento del soggetto candidato/a. Queste sono le condizioni irrinunciabili per costruire un patto tra istituzioni e cittadini affinché si possa rilanciare Genova, lavorando per superare le disuguaglianze e povertà e nel contempo lavorare per una diversa qualità della vita e un adeguato sviluppo sostenibile. Vorrei, pur mantenendo fede a questa impostazione, solo riaffermare alcune primi concetti.
Il Comune per l’istruzione ha precise competenze che, grazie ai nuovi finanziamenti nazionali ed europei, potrebbe aprire nuove potenzialità. È fondamentale innanzitutto riattivare ciò che la destra ha affossato: un vero patto cittadino per la scuola attraverso il rilancio e il potenziamento tra scuole, territori e istituzioni. In tal senso i Municipi dovrebbero tornare avere un ruolo di primo piano. Investire economicamente e politicamente sull’istruzione significherebbe contrastare concretamente dispersione, violenza e disagio, giovanile. Nonostante gli sforzi encomiabili degli operatori è indispensabile innanzitutto agire sul patrimonio scolastico, lavorando per rendere gli edifici scolastici più sicuri e sostenibili, riflettere sugli orari scolastici per garantire il diritto di tutti ad attività sportive e ludiche, di aggregazione e di aiuto didattico.
L’amministrazione Bucci oltre a scegliere di stare con i più forti, a danno dei meno tutelati, favorendo pochi, piuttosto che una intera comunità, ha dimostrato di non avere una visione di città a 360°; chi sostiene di non essere un politico ha dimostrato in cinque anni di perseguire la cattiva politica, piuttosto che la buona politica.
Si tratta quindi di un tema centrale sul come dare risposte a un bisogno di protezione, creando le condizioni affinché si possa contare su una determinata cornice ai diritti, in cui ciascuno possa collocare le proprie aspettative future, in un quadro di ragionevoli certezze. La crisi ha accentuato la povertà, le disuguaglianze sociali, il Comune può e deve dare un contributo, affrontando i problemi non a spots ma in modo sistemico e con una visione complessiva di città. Come si è detto a Genova non sono troppi gli anziani ma pochi i giovani. È necessario ripartire, ripensando la città con una strategia che valorizzi i giovani ma che sappia misurarsi con una popolazione tra le più vecchie del continente. Pensiamo al rapporto diretto che esiste inevitabilmente tra la dispersione scolastica e le disuguaglianze di oggi e quelle che si genereranno nel prossimo futuro con tanti giovani che non studiano e non lavorano. Sintetizzando in poche parole un tema determinante ma altrettanto complesso, si tratta di una scommessa che riguarda tutta la pianificazione della nostra città, dai trasporti all’organizzazione, agli investimenti sui servizi sociali e a quelli per l’apprendimento. Insomma eliminare gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza e le legittime opportunità dei cittadini, cercando di adempiere ai doveri di solidarietà economica verso chi è in difficoltà, promuovendo le opportunità, tutelando ora più che mai la qualità della vita e lo sviluppo sostenibile Sono obiettivi questi che senza un disegno di città diventano irraggiungibili. Recuperare, in questa logica, spazi inutilizzati in città potrebbe rappresentare una grande occasione, è evidente che sono necessarie azioni politiche da parte delle istituzioni, nei confronti dei proprietari di molte aree di dimensioni notevoli, come ad esempio le aree delle Ferrovie (Ponente, Valpolcevera, Valbisagno), trattando con loro e facendo pesare, anche attraverso contropartite, caratterizzate dal buonsenso, il ruolo della Civica Amministrazione. Siamo dinnanzi a migliaia e migliaia di metri quadrati che potrebbe, grazie a destinazioni d’uso calibrate, rappresentare opportunità per una moltitudine di attività: sociali, economiche, aggregative, ecc., rilanciando peraltro l’idea base della città a “15 minuti”. Una Genova in grado di proporre ovunque risposte importanti, a pochi minuti dalle abitazioni, garantendo quindi, alle intere comunità, tempi della città decisamente più che vivibili in un contesto di maggiore dinamicità e vitalità.
Gianni Crivello
Capogruppo Lista Crivello
Consiglio Comunale Genova

Rossella D'acqui
Linea condivisa
Le risposte di Rossella D'Acqui
Sei d'accordo che la lotta alle diseguaglianze debba essere la priorità della coalizione all'opposto di Bucci che vuole una città per pochi privilegiati?
Assolutamente sì. Non solo siamo d’accordo, ma siamo fermamente convinte e convinti che la lotta alle diseguaglianze debba essere portata avanti con un approccio intersezionale, insieme alla tutela ambientale, alla conquista di nuovi e migliori diritti e a nuove formule di sviluppo sostenibile.
In questa città policentrica, nella quale ci sono periferie nelle periferie, si è configurato in questi anni un quadro sempre più desolante di assenza di azione amministrativa coordinata e sinergica. Troppo spesso quello che viene realizzato è esclusivamente frutto della volontà individuale di operatori o operatrici sempre più soli/e. È necessario recuperare il ruolo centrale della persona e della sua condizione socio-anagrafica in modo da poter fornire risposte adeguate ed efficienti. Bisogna fare in modo che attraverso una logica sistemica, comunitaria e partecipativa basata su politiche integrate tra servizi, istituzioni, cittadinanza e territori si possa trasformare Genova in una città che conosce e riconosce tutte le persone, a partire dalle più fragili, difendendo e tutelando i loro diritti e la loro dignità.
Sei favorevole a tagliare le spese per la sicurezza e aumentare i fondi per l'istruzione, facendo l'opposto di quello che ha fatto Bucci?
Siamo favorevoli anche perché uno dei nostri scopi è ribaltare completamente il concetto di “sicurezza”. Sicurezza deve essere anche accedere al proprio diritto allo studio, vedersi garantita una sanità pubblica, efficiente e gratuita, sapere che i propri diritti sono tutelati e non ostacolati da un’amministrazione retrograda, poter lavorare senza rischiare la vita o senza essere vittima della precarietà, fare prevenzione…Riteniamo che la sicurezza si conquisti con la giustizia sociale e non con la repressione. Le nostre azioni politiche non solo guardano alle persone giovani: le ascoltano. Il nostro approccio alla politica è partecipativo e comunitario, speriamo che siano le persone giovani in primis a collaborare con una futura amministrazione progressista per poter sviluppare insieme progetti concreti che davvero rispondano alle esigenze di vita, studio e lavoro delle nuove generazioni.
Sei favorevole a un grande piano di investimenti per recuperare gli spazi abbandonati dall'industria a favore di nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione?
Certamente. Le nuove attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione rappresentano il fulcro di quella che dovrebbe essere una vera rigenerazione urbana, non certo quella fatta di spreco di suolo e costruzione di supermercati alla quale ci ha abituati il sindaco uscente Marco Bucci. Riteniamo che sia necessario un cambio di paradigma nell’uso del territorio in tutte le sue componenti, suolo compreso.
Solo con un quadro complessivo della città e delle sue fragilità e delle sue potenzialità è possibile investire in modo adeguato a cambiare complessivamente il contesto urbano e sociale di Genova.
Sei favorevole a sperimentare a Genova l'eredità per l'autonomia dei giovani, la misura che prevede una dotazione monetaria progressiva e incondizionata, attribuita a ogni 19enne, per favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale?
Non si può che essere favorevoli a sperimentazioni che tendano a favorire la realizzazione personale e la partecipazione sociale delle persone giovani, ma avendo contezza che tali sperimentazioni devono essere inserite in un più ampio progetto che oltre alla dotazione monetaria fornisca occasioni e opportunità (formative, culturali, lavorative), oltre che strumenti e luoghi dove concretizzarle. Ci auguriamo che un progetto ambizioso come questo trovi spazi e appoggio anche a livelli istituzionali più alti.
Non hanno risposto

Stefano Bernini
Partito Democratico

Luca Borzani
La città

Mariajosè Bruccoleri
Lista Crivello

Selena Candia
Lista Sansa
Fabio Ceraudo
M5S
Andrea Foti
Sinistra italiana
Amedeo Gagliardi
Oltre il giardino

Luca Garibaldi
Partito Democratico
Giuliano Graziani
Possibile

Giuseppe Immordino
M5S

Alberto Pandolfo
Partito Democratico

Luca Pastorino
È viva

Gianni Pastorino
Linea condivisa

Enrico Pignone
Lista Crivello

Luca Pirondini
M5S

Pippo Rossetti
Partito Democratico
Ubaldo Santi
PSI
Roberto Schenone
È viva
Maria Tini
M5S

Fabio Tosi
M5S

Claudio Villa
Partito Democratico
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