INTRODUZIONE
A oltre due mesi dalla tragedia del Morandi, a Genova sono date poche rassicurazioni sulla immediata risoluzione della crisi, ancor meno sugli interventi di medio e lungo periodo. Da parte del governo Lega-M5S è stata grave, di per sé, la perdita di tempo, ma risulta tanto più grave l’incapacità di rispondere alle necessità, urgentissime, degli sfollati, dei quartieri colpiti, di tutta la città. Il decreto-legge in conversione ha la rara capacità di deludere tutti, senza recepire alcuna di quelle misure immediate richieste in modo unanime dai soggetti politici, economici e sociali della città.
La mancanza ancora più grave, secondo noi, riguarda però l’assenza di un ragionamento sul futuro della Valpolcevera e, quindi, di tutta la città. Non possiamo infatti illuderci che sia sufficiente ricostruire il ponte.
Il crollo del Morandi segna la fine, purtroppo non solo simbolica, di un modello di sviluppo avviato 50 anni fa. È anche la fine di una certa visione mitologica della nostra città, che vanta una storia ricca e complessa ma non si trova oggi in crisi per colpa di un oscuro destino, né per effetto di nascoste forze esterne che lavorano contro di noi. Se la generazione del dopoguerra ha saputo pensare e realizzare, con tutti i suoi difetti, una città con una precisa identità, inserita in un sistema produttivo, di sviluppo urbanistico e reti sociali, le successive non hanno saputo o non hanno voluto mettere in campo nulla di simile. Di fronte a segnali di crisi sempre più evidenti, che hanno iniziato a manifestarsi già dagli anni ’70, la classe dirigente cittadina è stata pigra, conservatrice, priva di volontà d’innovazione e curiosità.
Così dobbiamo essere consapevoli che la gestione della crisi sul Polcevera non può essere un fatto che interessa solo gli sfollati, nemmeno un problema solo dei quartieri dei municipi ponentini, né della sola città. E non può essere limitata alla gestione dell’emergenza. La posta in gioco è davvero alta e faremmo un grave errore se pensassimo che la più efficiente risposta amministrativa e la ricostruzione del ponte, risolverebbero ogni difficoltà.
Con frequenza allarmante nel tratto di città lungo il Polcevera, da Cornigliano-Sampierdarena fino a Pontedecimo, si verifica una crisi che ci mette di fronte a tutta la fragilità di quel territorio: l’alluvione, l’Iplom, la chiusura di una grande impresa. In quella parte di città, gli indicatori sullo stato di salute di Genova s’illuminano come le luci su un pannello di segnalazione impazzito. Se guardiamo la classifica composita che abbiamo presentato nel dossier povertà, che tiene dentro alcuni indicatori che possono individuare situazioni di difficoltà (indice vecchiaia, tasso di famiglie unipersonali, di anziani soli, incidenza di stranieri, scolarizzazione totale, reddito imponibile medio, disoccupazione e affluenza elettorale), 13 quartieri su 18 tra Pontedecimo, Cornigliano e Sampierdarena presentano una situazione di allarme.
Dobbiamo andare oltre il ponte, perché non possiamo accettare che un quarto della città resti ostaggio di una situazione compromessa, andando di anno in anno di crisi in crisi. Sapendo poi che il disastro stesso e gli anni di ricostruzione che abbiamo di fronte esigeranno un dazio pesante da quei quartieri. La logica della ricostruzione rischia di cancellare ogni spazio di riflessione democratica, di pensiero e ragionamento in prospettiva, di codecisione con gli abitanti rispetto a un necessario processo di trasformazione del territorio.
È il momento di guardarsi allo specchio e definire una strategia che ci porti a superare le radicate e profonde debolezze della città che trovano in quella “T” rovesciata lungo il Polcevera la loro peggiore espressione in termini di disuguaglianze, isolamento sociale, mancanza di prospettive e opportunità, scarsa vivibilità, servizi e collegamenti inadeguati.
Così è importante mobilitarsi per chiedere al governo impegni seri per la nostra città, è però altrettanto importante sapere che la ricostruzione vera non può prescindere da una riflessione su di noi e la nostra città, sulle cause della crisi e le soluzioni da mettere in campo nella prossima generazione. Allora chiediamoci come possiamo andare oltre il ponte. Come intendiamo riutilizzare l’immensa quantità di spazi industriali e residenziali abbandonati, che possono diventare luoghi di recupero per la città, di servizi e di opportunità. Come vogliamo strutturare una mobilità sostenibile, tramite interventi di riduzione del traffico privato e lo sviluppo di infrastrutture prioritarie in un disegno coerente. Come investire sui servizi sociali e sanitari e scolastici in quartieri tagliati da profonde divisioni per età, reddito, provenienza. Come promuovere esperienze di economia della condivisione e amministrazione condivisa dei beni comuni. Come recuperare spazi pubblici e vivibilità in quartieri che oggi offrono ben poco ai loro residenti e a quelli del resto della città.
Se abbiamo a cuore una trasformazione profonda della zona del Polcevera, che segni una svolta e la metta al sicuro da future crisi, non possiamo limitarci a ragionare sull’immediato. È invece necessario progettare un nuovo sistema cittadino e per farlo occorre partire dalla conoscenza della situazione in cui ci muoviamo e dei processi incorso. Questo dossier, che si inserisce nella più ampia ricerca che Genova che osa, l’Osservatorio sulle disuguaglianze del DISFOR e il centro studi “Danilo Ravera” di Legacoop stanno conducendo sul benessere a Genova, vuole fornire il primi spunti e dati per una riflessione che vada oltre il ponte, per trasformare quella quella zona di Genova oggi più in difficoltà e troppo a lungo abbandonata.
Stefano Gaggero e Lorenzo Azzolini, Centro Studi Genova che osa
DOSSIER
settembre 2018
Il dossier raccoglie una serie di dati riferiti alla situazione sociale, economica e demografica della Valpolcevera e delle zone limitrofe. Di ogni misura è riportato il primo quarto della classifica rispetto ai 71 quartieri di genova e il posizionamento dei quartieri della Valpolcevera.
La mappa dei quartieri in difficoltà consente di individuare a colpo d'occhio come in Valpolcevera si concentrino molteplici elementi critici. In particolare vi si trovano 12 dei 25 quartieri in difficoltà di Genova. Ognuno ha caratteristiche specifiche però si possono evidenziare alcuni elementi comuni.
L'indice di vecchiaia è tra i più bassi della città, anche grazie alla presenza dei migranti. Il numero di famiglie unipersonali, cioè con un solo componente, si mantiene basso con le sole eccezioni di Angeli e Sampierdarena. Il numero di anziani con più di 75 anni che vivono soli desta preoccupazione in alcuni quartieri, in particolare Campasso e Pontedecimo.
I dati sulla scolarizzazione e sulla disoccupazione, due misure strettamente correlate, rappresentano il principale indicatore di difficoltà della Valpolcevera. Nel caso della disoccupazione 12 delle prime 17 posizioni della classifica genovese sono occupate da quartieri di questa zona. La misura del reddito imponibile medio è la diretta conseguenza e Campi, Cornigliano e Campasso sono tra i quartieri più poveri della città, preceduti solo da Ca' Nuova.
La partecipazione al voto è influenzata da moltissimi fattori e il comportamento degli elettori varia anche in relazione al tipo di elezioni, i quartieri di questa zona però restano quelli con l'affluenza più bassa. Dalle politiche 2013 a quelle del 2018 poco è cambiato, Morego in particolare resta il quartiere con l'affluenza più bassa dopo Ca' Nuova.
Anche secondo l'indice di disagio sociale (un indicatore composito e che tiene conto degli aspetti sopracitati) le difficoltà si concentrano in questa zona della città. 11 quartieri della Valpolcevera ricadono nelle prime 17 posizioni tra i quartieri di Genova.
Indice dei contenuti
MAPPA QUARTIERI IN DIFFICOLTA' ->
VECCHIAIA ->
ANZIANI SOLI ->
STRANIERI ->
REDDITO ->
INTERATTIVO
NAVIGA LA MAPPA
La mappa evidenzia l'area a cui sono riferiti i dati raccolti in questo dossier, ingrandendola si può notare la nuova viabilità con via della Superba, la rotonda Tenco e le vie chiuse intorno al Ponte Morandi.
INTERATTIVO
NAVIGA LA MAPPA
La mappa individua all’interno del comune quell’insieme di quartieri che figurano entro il primo quarto della classifica cittadina dei seguenti indicatori: indice vecchiaia (2014), tasso di famiglie unipersonali (2014), tasso di anziani soli (2014), tasso totale di stranieri (2014), tasso di scolarizzazione totale (2011), reddito imponibile medio (2011), tasso di disoccupazione (2011) e tasso affluenza alla Camera (2013). Si tratta di una classificazione piuttosto ampia che include 25 quartieri e situazioni di difficoltà naturalmente differenti. Quartieri come Ca’ Nuova, Campi, Cornigliano e Campasso, rientrano nell’insieme perché presentano indicatori negativi nel campo economico, viceversa la Foce nell’ambito demografico per la presenza di tanti anziani, anziani soli e famiglie uni personali.
È il rapporto percentuale tra il numero degli anziani dai 65 anni in su e il numero dei giovani fino ai 14 anni. I quartieri con l’indice più equilibrato si trovano in Val Polcevera, Centro Ovest, Centro Est (Lagaccio e Centro storico) più Bavari; i quartieri più anziani si collocano nel Levante.
Nessun quartiere della Valpolcevera entra nel primo quarto della classifica genovese, anzi, la maggior parte si colloca nelle ultime posizioni.
RANK | QUARTIERE | INDICE VECCHIAIA |
---|---|---|
1 | Crevari | 338,5 |
2 | Foce | 319,3 |
3 | Borgoratti | 313,6 |
4 | Castagna | 306,0 |
5 | Quinto | 300,7 |
6 | Castelluccio | 300,4 |
7 | San Giovanni Battista | 297,7 |
8 | Marassi | 292,3 |
9 | Sant'Agata | 289,7 |
10 | Lido | 287,8 |
11 | San Fruttuoso | 286,7 |
12 | San Vincenzo | 285,0 |
13 | Chiappeto | 283,5 |
14 | Montesignano | 276,3 |
15 | Pegli | 275,9 |
16 | San Martino | 275,3 |
17 | Albaro | 275,2 |
/// | /// | /// |
27 | San Bartolomeo | 259,6 |
28 | Begato | 258,9 |
32 | San Teodoro | 256,7 |
36 | Belvedere | 249,3 |
38 | Pontedecimo | 244,9 |
52 | Rivarolo | 222,6 |
53 | Bolzaneto | 220,4 |
54 | San Gaetano | 211,8 |
56 | Angeli | 202,6 |
58 | Borzoli Est | 194,2 |
59 | Cornigliano | 190,9 |
62 | Sampierdarena | 178,2 |
63 | Certosa | 175,0 |
64 | Campasso | 164,2 |
65 | Teglia | 160,2 |
68 | Campi | 152,0 |
69 | Morego | 145,7 |
71 | San Quirico | 127,1 |
Fonte: UFFICIO STATISTICO COMUNALE 2014
Note: ///
Il tasso di famiglie unipersonali segue le dimensioni per componenti delle famiglie: il Centro storico, Angeli e San Vincenzo presentano le percentuali maggiori (64/65% nel Centro storico). Il tasso comunale di famiglie unipersonali è 45%, a Sampierdarena è poco sopra, al 46,8%.
RANK | QUARTIERE | FAMIGLIE UNIPERSONALI |
---|---|---|
1 | Molo | 64,9% |
2 | Maddalena | 64,3% |
3 | Prè | 64,1% |
4 | San Vincenzo | 52,4% |
5 | Angeli | 52,1% |
6 | Sant'Agata | 49,3% |
7 | Borgoratti | 48,9% |
8 | Nervi | 48,7% |
9 | Marassi | 48,3% |
10 | Brignole | 47,4% |
11 | Sturla | 47,4% |
12 | Carignano | 47,3% |
13 | Foce | 47,3% |
14 | San Pantaleo | 46,9% |
15 | Sampierdarena | 46,8% |
16 | San Fruttuoso | 46,5% |
17 | San Martino | 46,2% |
/// | /// | /// |
18 | San Bartolomeo | 45,8% |
19 | Campasso | 45,8% |
27 | Bolzaneto | 44,4% |
31 | Pontedecimo | 43,7% |
36 | Certosa | 43,1% |
38 | Belvedere | 43,1% |
39 | San Teodoro | 43,1% |
41 | Campi | 42,6% |
44 | Teglia | 42,2% |
47 | Rivarolo | 42,0% |
48 | San Gaetano | 42,0% |
51 | Cornigliano | 41,7% |
58 | San Quirico | 41,1% |
59 | Borzoli Est | 40,3% |
66 | Begato | 38,5% |
67 | Morego | 38,4% |
Fonte: UFFICIO STATISTICO COMUNALE 2014
Note: tasso famiglie unipersonali
A Genova il tasso di anziani con più di 75 anni che vivono da soli in casa è del 38,6%; il valore mediano è molto vicino, al 38,4%. La solitudine degli anziani insiste in particolare nei quartieri deprivati , in una formula che accresce le situazioni di malessere.
Nella Valpolcevera incide soprattutto a Campasso, Pontedecimo, Bolzaneto, San Bartolomeo e Certosa.
RANK | QUARTIERE | ANZIANI SOLI |
---|---|---|
1 | Molo | 46,9% |
2 | Campasso | 45,3% |
3 | Pra' | 44,7% |
4 | Maddalena | 43,7% |
5 | Marassi | 43,4% |
6 | Pontedecimo | 43,2% |
7 | Voltri | 43,0% |
8 | Crevari | 42,7% |
9 | San Pantaleo | 42,7% |
10 | Bolzaneto | 42,6% |
11 | San Bartolomeo | 42,3% |
12 | Certosa | 42,3% |
13 | Palmaro | 42,1% |
14 | Nervi | 41,9% |
15 | Borgoratti | 41,4% |
16 | Foce | 40,7% |
17 | San Quirico | 40,5% |
/// | /// | /// |
22 | San Gaetano | 39,9% |
28 | Morego | 39,2% |
31 | Rivarolo | 38,9% |
36 | Sampierdarena | 38,4% |
38 | Angeli | 38,2% |
44 | San Teodoro | 37,6% |
45 | Belvedere | 37,5% |
50 | Teglia | 37,2% |
55 | Borzoli Est | 36,4% |
58 | Cornigliano | 36,0% |
68 | Begato | 31,9% |
69 | Campi | 31,5% |
Fonte: UFFICIO STATISTICO COMUNALE 2014
Note: tasso anziani soli
Il 9,5% dei residenti a Genova è costituito da migranti; il valore mediano dei quartieri si colloca ben più in basso al 5,6%, a segnalare una diffusione molto squilibrata in città. I quartieri ad altra incidenza di migranti disegnano tre zone urbane: la Val Polcevera, la medio-bassa Val Bisagno e il Centro storico.
In particolare Campasso e Sampierdarena hanno un tasso di residenti stranieri che supera il 30%, vicino a quello di Prè.
RANK | QUARTIERE | PRESENZA DI STRANIERI |
---|---|---|
1 | Prè | 33,6% |
2 | Campasso | 30,7% |
3 | Sampierdarena | 30,5% |
4 | Campi | 26,6% |
5 | Teglia | 23,6% |
6 | Certosa | 22,5% |
7 | Maddalena | 20,2% |
8 | Cornigliano | 19,9% |
9 | San Gaetano | 17,8% |
10 | Molo | 17,5% |
11 | Lagaccio | 16,7% |
12 | San Bartolomeo | 15,7% |
13 | Rivarolo | 13,9% |
14 | Parenzo | 13,8% |
15 | Angeli | 13,0% |
16 | Marassi | 12,9% |
17 | San Pantaleo | 12,9% |
/// | /// | /// |
18 | Bolzaneto | 12,1% |
19 | Borzoli Est | 11,4% |
21 | Belvedere | 10,3% |
24 | San Quirico | 8,8% |
27 | Pontedecimo | 8,5% |
30 | San Teodoro | 7,7% |
39 | Morego | 5,4% |
41 | Begato | 5,3% |
Fonte: UFFICIO STATISTICO COMUNALE 2014
Note: ///
È la somma tra istruzione terziaria e superiore. Segue uno schema che individua la demarcazione dei quartieri più benestanti, lungo la stessa linea di distribuzione del reddito e del tasso di disoccupazione. Il tasso nel quartiere più istruito (Puggia) è più di due volte e mezzo il tasso del quartiere meno istruito (Ca’ Nuova).
Oltre Ca’ Nuova, gli altri tre quartieri con tasso inferiore al 40% si trovano tutti in Val Polcevera: Bolzaneto, Borzoli Est, Campi.
RANK | QUARTIERE | SCOLARIZZAZIONE |
---|---|---|
1 | Ca' Nuova | 31,5% |
2 | Borzoli Est | 38,3% |
3 | Campi | 38,4% |
4 | Bolzaneto | 39,7% |
5 | Teglia | 40,7% |
6 | Cornigliano | 40,9% |
7 | Begato | 41,5% |
8 | Doria | 43,5% |
9 | Montesignano | 43,7% |
10 | Pra' | 45,0% |
11 | Prato | 45,0% |
12 | Morego | 45,0% |
13 | San Quirico | 45,1% |
14 | Quezzi | 45,5% |
15 | Campasso | 45,7% |
16 | Borzoli Ovest | 45,8% |
17 | Molassana | 45,8% |
/// | /// | /// |
18 | Certosa | 46,1% |
20 | Pontedecimo | 46,6% |
26 | Rivarolo | 48,6% |
29 | Angeli | 49,4% |
32 | San Bartolomeo | 50,0% |
38 | San Gaetano | 54,4% |
41 | Sampierdarena | 55,1% |
44 | San Teodoro | 57,4% |
45 | Belvedere | 59,0% |
Fonte: ISTAT | CENSIMENTO 2011
Note: ///
Il tasso di disoccupazione tende anche a essere più alto dove è più basso il tasso di scolarizzazione secondo uno schema che evidenzia uno spartiacque tra i quartieri più benestanti e il resto della città.
La maggior parte dei quartieri della Valpolcevera si trova nel primo quarto di classifica.
RANK | QUARTIERE | DISOCCUPAZIONE |
---|---|---|
1 | Ca' Nuova | 20,0% |
2 | Bolzaneto | 12,5% |
3 | Begato | 11,0% |
4 | Cornigliano | 11,0% |
5 | San Eusebio | 10,8% |
6 | Campi | 10,6% |
7 | Pra' | 10,4% |
8 | Prè | 10,3% |
9 | Teglia | 10,3% |
10 | Lagaccio | 10,3% |
11 | Campasso | 9,7% |
12 | Sampierdarena | 9,3% |
13 | Angeli | 9,2% |
14 | Certosa | 9,2% |
15 | Morego | 9,2% |
16 | San Quirico | 9,2% |
17 | Pontedecimo | 9,1% |
/// | /// | /// |
23 | Rivarolo | 8,7% |
29 | Borzoli Est | 8,2% |
31 | San Teodoro | 8,0% |
38 | San Gaetano | 7,7% |
43 | San Bartolomeo | 7,5% |
55 | Belvedere | 6,1% |
Fonte: ISTAT | CENSIMENTO 2011
Note: ///
Il reddito imponibile medio è distribuito in modo ineguale. Anche qui si evidenzia il divario tra costa est (più Pegli) e resto della città, ma pure nelle zone benestanti esiste un’ampia forbice. Il 52% dei dichiaranti ha un reddito inferiore a 20.000 € e il 10% inferiore a 4.767 €. Il 36% dei dichiaranti ha oltre 64 anni, il 33% oltre 45 (e dichiara oltre due quinti del reddito totale), il 30% ha meno di 45 anni.
Come nel caso della disoccupazione i quartieri della Valpolcevera si collocano nella parte alta della classifica, quella in cui il reddito è minore.
RANK | QUARTIERE | REDDITO MEDIO |
---|---|---|
1 | Ca' Nuova | €16.446 |
2 | Campi | €16.738 |
3 | Cornigliano | €17.367 |
4 | Campasso | €17.369 |
5 | Teglia | €17.577 |
6 | Borzoli Est | €18.334 |
7 | Bolzaneto | €18.359 |
8 | Certosa | €18.569 |
9 | Begato | €18.640 |
10 | Quezzi | €18.982 |
11 | Montesignano | €19.050 |
12 | Parenzo | €19.069 |
13 | Pra' | €19.165 |
14 | Angeli | €19.524 |
15 | Lagaccio | €19.614 |
16 | Doria | €19.670 |
17 | Calcinara | €19.724 |
/// | /// | /// |
18 | Rivarolo | €19.748 |
20 | Morego | €19.808 |
24 | San Quirico | €20.001 |
28 | Sampierdarena | €20.082 |
31 | Pontedecimo | €20.358 |
35 | San Bartolomeo | €20.756 |
36 | San Gaetano | €20.877 |
45 | Belvedere | €22.836 |
48 | San Teodoro | €23.407 |
Fonte: ISTAT | CENSIMENTO 2011
Note: ///
La partecipazione al voto è determinata da molti fattori e varia da una consultazione all'altra. Alle comunali, per esempio, è calata in modo costante dal 1997 ad oggi mentre alle politiche ha subito un andamento altalenante. Nei quartieri della Valpolcevera la partecipazione è comunque inferiore al resto della città.
Dalle politiche 2013 a quelle del 2018 Morego resta il quartiere che ha votato di meno, subito dopo Ca' Nuova. Sulla stessa scia anche Campasso, Campi e Cornigliano. Spunta l'eccezione di San Bartolomeo in cui è salita l'affluenza.
RANK | QUARTIERE | AFFLUENZA 2013 |
---|---|---|
1 | Ca' Nuova | 62,7% |
2 | Morego | 66,0% |
3 | San Bartolomeo | 66,6% |
4 | Campi | 69,0% |
5 | Campasso | 69,5% |
6 | Cornigliano | 70,1% |
7 | Begato | 70,1% |
8 | Bolzaneto | 70,9% |
9 | Lagaccio | 71,3% |
10 | Teglia | 71,3% |
11 | Prè | 71,8% |
12 | Pra' | 71,9% |
13 | San Quirico | 72,1% |
14 | Montesignano | 72,1% |
15 | Parenzo | 72,2% |
16 | Prato | 72,4% |
17 | Marassi | 72,5% |
/// | /// | /// |
21 | Borzoli Est | 72,9% |
25 | Sampierdarena | 73,2% |
26 | Rivarolo | 73,3% |
29 | Angeli | 73,4% |
32 | Certosa | 73,9% |
34 | San Gaetano | 74,4% |
36 | Pontedecimo | 74,6% |
46 | Belvedere | 76,2% |
53 | San Teodoro | 77,0% |
Fonte: Ministero dell'interno 2013
Note: ///
RANK | QUARTIERE | AFFLUENZA 2018 |
---|---|---|
1 | Ca' Nuova | 57,7% |
2 | Morego | 60,3% |
3 | Molo | 62,4% |
4 | Campi | 62,9% |
5 | Campasso | 63,5% |
6 | Cornigliano | 64,3% |
7 | Bolzaneto | 64,3% |
8 | Begato | 65,1% |
9 | Lagaccio | 66,0% |
10 | Teglia | 67,1% |
11 | Sampierdarena | 67,2% |
12 | Prè | 67,2% |
13 | Palmaro | 67,6% |
14 | Pra' | 67,7% |
15 | Parenzo | 68,1% |
16 | Angeli | 68,2% |
17 | Oregina | 68,6% |
/// | /// | /// |
18 | Rivarolo | 68,6% |
20 | Certosa | 68,6% |
25 | San Bartolomeo | 68,9% |
27 | Borzoli Est | 69,1% |
30 | San Quirico | 69,5% |
35 | Pontedecimo | 70,2% |
36 | San Gaetano | 70,3% |
46 | San Teodoro | 72,2% |
47 | Belvedere | 72,4% |
Fonte: Ministero dell'Interno 2018
Note: ///
È la media ponderata degli scostamenti dai valori nazionali degli indici di disoccupazione, occupazione, concentrazione giovanile e scolarizzazione al censimento 2011. Ventiquattro quartieri dove risiede un terzo della popolazione hanno un indice pari o inferiore a -4; per contro, undici quartieri dove risiede il 13% della popolazione hanno un indice positivo, quattro compreso tra 1 e 2, Bolzaneto pari a 3,09 e Ca’ Nuova a 9,05. La differenza tra Ca’ Nuova e San Vincenzo è uguale a 18,37.
Secondo questo indice Bolzaneto è il quartiere con il maggior disagio sociale, subito dopo Ca' Nuova. Seppur staccati seguono direttamente altri quartieri della Valpolcevera: Bolzaneto, Begato, Campi, Cornigliano.
RANK | QUARTIERE | INDICE DISAGIO SOCIALE 2011 |
---|---|---|
1 | Ca' Nuova | 9,05 |
2 | Bolzaneto | 3,09 |
3 | Begato | 1,81 |
4 | Campi | 1,67 |
5 | Cornigliano | 1,43 |
6 | Teglia | 1,07 |
7 | San Eusebio | 0,78 |
8 | Pra' | 0,66 |
9 | Borzoli Est | 0,48 |
10 | Montesignano | 0,04 |
11 | Campasso | 0,01 |
12 | Borzoli Ovest | -0,32 |
13 | Morego | -0,41 |
14 | Pontedecimo | -0,46 |
15 | Voltri | -0,49 |
16 | Certosa | -0,60 |
17 | Rivarolo | -0,67 |
/// | /// | /// |
18 | Angeli | -0,86 |
23 | San Quirico | -1,24 |
31 | San Bartolomeo | -1,95 |
33 | San Gaetano | -2,29 |
37 | Sampierdarena | -2,58 |
40 | San Teodoro | -2,70 |
49 | Belvedere | -4,16 |
Fonte: ISTAT | CENSIMENTO 2011
Note: ///
Dossier
Un dossier, sulla povertà e non sui poveri, per fornire dati e ideare soluzioni vere e concrete. Uno strumento per fermare la guerra di Bucci contro i poveri, per ripensare al welfare nel nostro comune.
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Dossier
Quali quartieri sono periferie e cosa li contraddistingue? I dati più problematici: la solitudine, soprattutto degli anziani; la mancanza di giovani; la presenza di migranti; la differenza nei livelli di istruzione.
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Tutti i numeri da Albaro a Voltri
Quanto invecchiano i quartieri, quanto guadagnano i genovesi? Sono alcuni dei dati che abbiamo provato a raccogliere nella nostra indagine sulla situazione sociale, economica e demografica dei quartieri di Genova.
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