Scatterà tra pochi giorni il divieto di pubblicare sondaggi, quindi abbiamo deciso di pubblicare un aggiornamento sull’andamento degli schieramenti fino adesso. Il nostro modello, come gli altri, pesa nell’insieme tutti i sondaggi, in base all’idea che l’insieme delle rilevazioni demoscopiche possa rendere una fotografia rappresentativa delle tendenze reali in corso. Utilizziamo due sistemi di pesatura differenti: quello di base che abbiamo adottato per Duetredue guarda all’insieme dei sondaggi nell’ultimo anno e disegna una linea di tendenza complessiva, l’altro invece misura la tendenza dei sondaggi in singoli segmenti di 15 giorni. Per questo motivo, il primo sistema di pesatura dei sondaggi è più adatto ad aggiornamenti settimanali ed è meno sensibile a brusche fluttuazioni, mentre il secondo si può aggiornare di giorno in giorno e reagisce subito anche a singoli sondaggi che restituiscono risultati fuori dal coro.
Con un metodo o con l’altro, al di là delle singole fluttuazioni, sono evidenti tre tendenze dalle elezioni comunali dell’anno scorso: il Centrodestra è cresciuto costantemente al ritmo di un punto percentuale al mese, il Centrosinistra ha seguito una curva opposta perdendo in media mezzo punto al mese e il Movimento Cinque Stelle, dopo un calo iniziale, si è assestato sul 27% dall’autunno scorso.
A due settimane abbondanti dal voto, è interessante notare come, almeno guardando i sondaggi, sembra che la campagna elettorale non sia in corso. Il Centrodestra continua a crescere con lo stesso ritmo, mentre il M5S è rimasto sugli stessi livelli. In realtà, l’unico schieramento che sembra vivere la campagna elettorale è il Centrosinistra, la cui curva ha iniziato a inclinarsi più rapidamente verso il basso con l’avvicinarsi del voto.
In base all’ultimo aggiornamento al 13 febbraio di Duetredue+, che, lo ripetiamo, è più volubile del metodo di base impiegato dal nostro sito ma si presta ad essere ricalcolato tutti i giorni, il Centrodestra si troverebbe sempre a una cinquantina di seggi dalla maggioranza alla Camera. Il M5S, nonostante quasi un punto percentuale di vantaggio sul Centrosinistra, resterebbe comunque indietro di una ventina di seggi tra parte proporzionale e uninominali sicuri e probabili. Col 5,8% Liberi e Uguali di Grasso avrebbe solo 23 deputati.
Questo grafico rappresenta lo scarto in punti percentuali del Centrodestra sul diretto concorrente (alle volte il Centrosinistra, alle volte i pentastellati). Recuperando uno svantaggio superiore ai quattro punti, da marzo 2017 l’area conservatrice è in vantaggio nelle intenzioni di voto e, appunto, dalle ultime elezioni amministrative è in costante aumento.
Immaginando che l’affluenza si collochi tra il dato del referendum costituzionale (68%) e quello delle politiche 2013 (75%), in termini di voti assoluti la situazione aggiornata descritta da Duetredue+ darebbe al Centrodestra un recupero di uno o due milioni di voti su cinque anni fa (la coalizione di Monti ne aveva tre e mezzo). Per paradosso, con la scomparsa dell’area centrista di Monti anche quello che fu il Centrosinistra di Bersani e oggi è lo spazio di LeU e PD (più alleati) potrebbe riuscire a recuperare tra mezzo e un milione di voti. Il M5S sembra il polo destinato a crescere di meno.
|
Voti 2013 |
Con affluenza 2016 |
Con affluenza 2013 |
LeU |
10.049.393 |
1.840.618 |
1.972.334 |
Csx |
8.631.863 |
9.249.565 |
|
Monti |
3.591.541 |
/ |
/ |
M5S |
8.691.406 |
8.885.741 |
9.521.611 |
Cdx |
9.923.600 |
11.773.607 |
12.616.135 |
Col M5S al 28%, il Centrodestra avrebbe bisogno di crescere almeno al 38% (circa 300 mila voti) per sperare nella maggioranza assoluta con i seggi dei listini proporzionali e i seggi dei collegi uninominali, sicuri, probabili e dubbi in vantaggio. Secondo l’ultimo sondaggio EMG il 13% degli elettori è ancora indeciso; è un dato che potrebbe far ben sperare il Centrodestra: se la campagna elettorale continuerà a non incidere sulle tendenze consolidate, in un contesto dove gli altri schieramenti sembrano faticare a imporre i loro contenuti, è possibile immaginare che una buona parte di questi elettori incerti si sposti verso destra, muovendo verso Forza Italia e i suoi alleati larga parte di quella settantina di collegi uninominali in bilico alla Camera.
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