Generalmente condivisibili le proposte sul tema dell'Europa unita, anche se rileviamo della confusione. Condivisibili le proposte sull'uguaglianza, sulla solidarietà, sull'ambiente.
Oggi nell’Unione Europea, gli effettivi poteri sono concentrati nella Commissione e nel Consiglio, a scapito del Parlamento, solo organo elettivo. La Banca Centrale Europea non risponde a nessun organismo democratico. Sono gli esiti fallimentari dell’idea che l’unità europea si potesse costruire a partire dal mercato unico e dal suo allargamento, che ci ha portato all’impianto neoliberista dei trattati, peggiorato durante la crisi dall’intervento della Troika e da nuove misure restrittive. La recente proposta di Aquisgrana ribadisce il primato dell’asse franco-tedesco, accentuando la militarizzazione della Ue e dei suoi confini. Siamo per la radicale rifondazione democratica dell’Europa. Va abolita la Troika. Vanno ampliati i poteri del Parlamento Europeo a scapito degli organismi intergovernativi come il Consiglio e la Commissione. La Banca Centrale Europea deve essere sottoposta al potere di indirizzo del Parlamento Europeo. Vanno potenziate tutte le forme di espressione e di democrazia diretta dei cittadini su scala europea. Il nostro obiettivo è quello di aprire subito un percorso costituente per un’Europa federale che ponga alla sua base i diritti sociali, civili, di libertà, delle persone.
Alla Maastricht dei trattati economici vogliamo contrapporre idealmente e praticamente la “Maastricht dei saperi e della cultura”. Non ci basta evidentemente l’Erasmus, che coinvolge una minoranza dei giovani europei e che comunque non deve diventare una forma di stage. Per questo è necessario:
garantire e potenziare la scuola pubblica di ogni ordine e grado, elevare l’obbligo scolastico a 18 anni, garantire la laicità e la libertà di insegnamento, il lavoro cooperativo e la collegialità nelle scuole;
garantire l’accesso libero e gratuito al sistema universitario, abolendo i numeri chiusi. Finanziamenti adeguati per tutte le università, incrementandoli per quelle in maggiore difficoltà, ed il potenziamento delle risorse per il diritto alla studio;
proteggere e promuovere la diversità delle espressioni artistiche, culturali e linguistiche;
considerare la cultura ambito strategico di investimento pubblico a garanzia dell’autonomia e del pluralismo culturale, dell’indipendenza produttiva e distributiva. Proteggere dalle privatizzazioni e dal degrado i beni pubblici di valore culturale. Riconoscere il carattere “intermittente” del lavoro culturale e adottare normative per la protezione dei lavoratori;
garantire l’accesso ad Internet mantenendo la neutralità della rete, evitando intrusioni tese a sfruttare e condizionare le opinioni dei cittadini.
La linea di demarcazione fra la barbarie e la civiltà passa dal modo in cui si garantisce il diritto alle migrazioni. Vogliamo una Europa dell’accoglienza, antirazzista e inclusiva. Oggi la UE e i suoi Stati membri, hanno legislazioni fra loro difformi in materia di immigrazione. In comune ci sono il Regolamento Dublino, che limita la circolazione dei richiedenti asilo e che va radicalmente riformato garantendo libertà di movimento alle persone, e le normative riguardanti lo “Spazio Schengen” che limitano comunque tale libertà ai soli cittadini UE. Occorre garantire e fornire:
la possibilità di ingresso in Europa per ricerca di occupazione;
la realizzazione di canali di ingresso certi per richiedenti asilo;
investimenti per le politiche di inclusione sociale che prevedano la regolarizzazione delle donne e uomini già presenti negli Stati membri, compreso chi è stato costretto a svolgere lavoro irregolare emerso;
la possibilità di voto amministrativo ed europeo;
l’armonizzazione estensiva delle norme per l’ottenimento della cittadinanza, garantendo in ogni paese lo ius soli;
la rottura degli accordi o bilaterali o stipulati in sede UE con i paesi in cui non vengono rispettati i diritti umani e in cui non è garantita agibilità democratica;
la chiusura delle strutture di detenzione amministrativa;
l’elaborazione di norme che permettano ai migranti di difendere, ovunque siano, i loro diritti (il diritto dell’ospitalità) e la contemporanea cancellazione di tutte le normative che, come nel caso italiano contrastino tale diritto e il senso di solidarietà e umanità;
l’invalidazione e la sanzione di provvedimenti assunti che impediscano il soccorso in mare o in qualunque luogo e circostanza dei migranti;
il godimento dei diritti pensionistici, anche nei paesi d’origine, a fronte dei contributi versati
Per la loro vita e il futuro di tutti, si sono mobilitati i giovani di tutto il mondo. Il nostro obiettivo è che L’Europa entro il 2030 riduca le emissioni di gas serra del 65%, il consumo di energia del 40%, e perché il 45% dell’energia venga da fonti rinnovabili. Per questo motivo proponiamo un programma di riconversione ecologica con investimenti nelle filiere industriali, dei trasporti – promuovendo la conversione elettrica della mobilità -, dell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, pari ad almeno il 3% del Pil europeo, che si può finanziare con buoni emessi dalla Banca Europea degli investimenti e sostenuti dalle Banche Centrali Europee. Non abbiamo bisogno di un superministro delle finanze, ma di una capacità di indirizzo e di controllo da parte del Parlamento europeo sull’allocazione delle risorse. In questo modo si può rilanciare l’indispensabile intervento pubblico in economia, per orientarla alla riconversione. Il Piano interverrà anche per la salvaguardia dal rischio sismico e idrogeologico, coinvolgendo nella progettazione e nella gestione le comunità locali e i territori. Bisogna impedire i processi privatizzazione, inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali, ed all’opposto difendere ed estendere i beni comuni. Bisogna bloccare le grandi opere inutili e dannose, come la TAV Torino-Lione. Un nuovo sviluppo e valorizzazione dell’agricoltura vanno perseguiti attraverso una difesa delle biodiversità, quindi opponendosi agli Ogm, difendendo le aree agricole dalla cementificazione, ripopolando le zone rurali interne, valorizzando le produzioni mediterranee. Contemporaneamente vanno difese le risorse del mare, combattendo l’inquinamento e la pesca eccessiva e incontrollata.
Va contrastata la tendenza alla militarizzazione, nell’ottica dell’Europa “fortezza” che porta ai progetti di nuovi armamenti, di portaerei, di un nuovo esercito europeo. Coerentemente chiediamo il superamento della Nato, che appartiene, non con merito, ad un’altra epoca storica. La Ue deve esigere il disarmo nucleare, una drastica riduzione dell’armamento convenzionale, deve controllare e limitare il commercio delle armi, avviare la conversione dell’industria bellica.La Ue deve agire da subito per la pace nel Mediterraneo, impegnandosi per i diritti del popolo palestinese e per la soluzione pacifica del conflitto israelo- palestinese, per la rinascita della Siria, per riportare la pace in Yemen e nelle zone di conflitto in Africa.La UE deve operare per la fine del piano imperiale di Erdogan, perché lo stato turco rispetti i diritti umani e la libertà di espressione, contro la repressione e per i diritti del popolo curdo.La Ue deve rifondare la Politica di Vicinato e quella verso l’Africa, a partire dalla sostituzione degli Accordi di Partneriato con politiche di co-sviluppo. La Ue deve sviluppare la cooperazione internazionale valorizzando i soggetti sociali della cooperazione e opponendosi al land grabbing (accaparramento delle terre). La Ue deve sviluppare la lotta a tutte le forme di criminalità, alle mafie, allo schiavismo e allo sfruttamento sessuale di donne e minori. La Ue deve dare coerente seguito agli impegni assunti con l’approvazione della risoluzione che condanna ogni violenza e ogni organizzazione neofascista e neonazista.
Ci impegniamo a votare per un’Europa diversa. Insieme, possiamo fare la differenza.
Facciamo pressione sui candidati perchè si assumano impegni chiari e precisi.
Il 19 maggio a Genova organizziamo un grande concerto per condividere la speranza.
Andiamo a parlare con le persone e portiamo al voto chi vuole un’Europa più giusta.